19 Aprile 2024
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VITA LEGGENDARIA DI S. REGOLO E DELLA MADONNA DEL FRASSINE

VITA LEGGENDARIA DI S. REGOLO E DELLA MADONNA DEL FRASSINE
In bella posizione fra i boschi della val di Cornia sorge il Santuario del Frassine. Questo luogo di cui si hanno notizie fin dall’alto medioevo come Gualdo del Re, compare poi con il nome di Frassine forse per la presenza di questi alberi legati ad una antica tradizione che li considerava capaci di scacciare gli spiriti maligni dai boschi. Attualmente la chiesa, che ha subito importanti restauri, abbellimenti e ingrandimenti nel corso dei secoli, è a croce latina ed ha tre altari, ma la sua fama e la sua fortuna si deve al fatto che vi si venera una statua lignea della Madonna col Bambino , posta in una nicchia dietro l’altare maggiore Questa venerazione e questo santuario in realtà hanno origini nel VI secolo collegate al martirio di S. Regolo, avvenuto il 1settembre 545.
Regolo, vescovo africano ( odierna Tunisia)del secolo VI a.C. In seguito all’invasione dei Vandali cercò di opporsi all’arianesimo (ariani erano detti i cristiani seguaci dell’eresia di Ario, che riteneva Gesù inferiore a Dio Padre. I popoli barbari erano stati convertiti al cristianesimo dal vescovo Ufila, seguace di questa eresia) I Vandali seguivano appunto questa eresia .Poi di fronte ad una persecuzione vera e propria Regolo decise di abbandonare l’Africa e di imbarcarsi alla volta della Tuscia con due vescovi, tre presbiteri e due diaconi. (tra cui Cerbone, Felice, Giusto, Clemente e Ottaviano) dopo avere distribuito le loro terre ai contadini. In seguito Giusto e Clemente andarono a Volterra, mentre Cerbone divenne Vescovo di Populonia.
Durante la navigazione Regolo calmò prodigiosamente la furia delle onde, infine sbarcato sulla costa ( a Baratti) si stabilì come un eremita in mezzo ai boschi, dopo avere risalito il fiume Cornia. Lì compì vari miracoli, per cui la sua fama giunse al re Totila,( re dei Goti che allora governavano l’Italia, ma erano in guerra con le legioni dell’impero romano d’oriente, chiamato anche impero bizantino dal nome della capitale Bisanzio o Costantinopoli) il quale lo mandò a chiamare, ma lui si rifiutò di andare da lui, dicendo: “disprezzo gli ordini del re Totila, perché osservo quelli di Cristo, figlio dell’eterno Re”. I messi regi allora lo decapitarono, gettandone la testa in un fosso, ma Regolo riprese la sua testa con le mani come se non fosse morto e si allontanò.
Nel frattempo un angelo annunziò la morte di Regolo a Cerbone e Felice (i due vescovi che erano arrivati con lui). Essi andarono sul luogo del martirio e pregarono Il santo affinchè indicasse loro dove seppellire il suo corpo mortale. Allora Regolo in maniera miracolosa, trasportò la sua testa al luogo prescelto. Intanto i suoi uccisori vennero strangolati da un serpente. Un unico superstite e una pastorella che aveva indicato loro il luogo dove viveva Regolo vennero posseduti da dei demoni, ma recatisi sul sepolcro del santo vennero liberati dai demoni.
Dopo questi prodigi gli abitanti del luogo decisero di costruire una cappella in onore di Regolo. In questo posto nessuno osava avvicinarsi a cavallo e neppure le capre potevano transitarvi ( per via della pastorella che aveva fatto la spia) Questa prlma cappella fu probabilmente detta Chiesa di S.Regolo in Gualdo. Molti ammalati che visitavano la tomba ottenevano benefici.
Questa storia è narrata in un manoscritto latino che si trova nelle biblioteche vaticane, è intitolata Passio di S. Regolo. Secondo lo scrittore di tale storia Regolo morì e fu sepolto il I settembre 545.
Regolo fu poi traslato a Lucca in epoca longobarda, non sappiamo l’esatta cronologia, però nel 781 il suo corpo si trovava a Lucca. Infatti sull’architrave della porta destra della cattedrale c’è un bassorilievo del secolo XI raffigurante il Santo con i suoi seguaci contrapposto ai soldati di Totila.
La statua della Madonna che si trova al Santuario del Frassine venne portata dal vescovo Regolo quando fuggì dall’Africa settentrionale, Dopo la sua morte alcuni monaci dell’abbazia di S. Pietro in Monteverdi si presero cura di questa statua fino al 1252, anno in cui i Pannocchieschi incendiarono il convento. Un monaco fuggendo portò con se la statua, ma vinto dalla stanchezza la nascose fra i rami di un frassino. La statua fu creduta distrutta nell’incendio.
Dopo circa un secolo un mandriano osservò che uno dei suoi vitelli lasciava al mattino la mandria e vi ritornava la sera. Incuriosito lo seguì e si accorse che si inginocchiava davanti a un frassino, tra i cui rami era la statua. In un primo momento si pensò di trasportarla nella chiesa del vicino castello di Monterotondo, ma i miracoli che si moltiplicarono nel luogo del ritrovamento fecero a tutti comprendere che la Madonna aveva scelto quel frassino come suo trono di misericordia. In seguito attorno al tronco di frassino venne costruito il primo nucleo dell’odierno santuario. Poi ingrandito e abbellito, come già detto, divenne notissimo nei secoli XIV e XV. Interessante è visitare un piccolo museo dei miracoli (testimonianza dell’ambiente di vita e di lavoro locale). La statua è scolpita in cedro del libano.( secondo la tradizione da S. Luca)
Nonostante la leggenda questa statua è considerata opera di scuola pisana primitiva del sec.XIII

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